Stili di vita e mass-media
I comportamenti legati all’alimentazione e agli stili di vita risentono anche dei cambiamenti sociali ed economici di lunga durata che investono la società.
Ad esempio, nonostante l’Italia sia considerata custode della “Dieta Mediterranea”, paradigma mondiale di salute alimentare da cui è scaturita nel 2010 la “Piramide Alimentare Mediterranea” (vedi “Alimentazione”), questa tradizione alimentare è stata progressivamente abbandonata nel secondo periodo post-bellico, complici soprattutto un’inattesa e diffusa disponibilità economica e l’importazione di abitudini alimentari diverse, e a volte allettanti.
Da questo deciso cambiamento di abitudini, insieme alla crescita di occupazioni sedentarie e di mezzi di trasporto diffusi in modo capillare e soprattutto privati, sono progressivamente scaturiti gli squilibri nutrizionali attuali. Il principale è sicuramente l’eccesso calorico non compensato da un adeguato dispendio energetico; da citare subito dopo l’eccesso di sale che ha progressivamente sostituito l’uso di erbe aromatiche, vegetali insaporenti e spezie in cucina e che è uno dei maggiori fattori responsabili dello sviluppo di malattie cardio-cerebrovascolari e renali (da eccesso pressorio), tumori, osteoporosi. Anche frutta e verdura hanno perso progressivamente terreno e si è ben lontani dal consumo diffuso di 5 porzioni al giorno.
Il benessere e il consumismo hanno portato a un’abbondanza di alimenti raffinati (farina bianca, zucchero bianco) il cui eccessivo consumo non è salutare, a discapito di alimenti integrali e ricchi di fibra. Anche la disponibilità di bibite zuccherate e gassate, che spesso si sostituiscono all’acqua, determina un eccesso di calorie e di zuccheri, senza contare i coloranti e i conservanti in esse contenuti. Inoltre la riduzione, anche nelle regioni meridionali, dell’uso di olio extravergine di oliva a favore del burro e soprattutto di margarine, è un ulteriore esempio di abbandono di abitudini alimentari salutari.