Il fabbisogno di attività motoria quotidiana

I dati 2014 del sistema di sorveglianza “OKkio alla Salute” promosso dal Ministero della Salute – CCM (Centro per il Controllo e la prevenzione delle Malattie), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, mostrano che in Italia un bambino su 5 (20,9%) della fascia di età 8-9 anni è in sovrappeso e uno su 10 (9,8%) è obeso. Per quanto riguarda la Regione Lazio, la percentuale di sovrappeso e obesità riscontrata nei bambini di età 8 e 9 anni è rispettivamente pari al 21,7 e al 9,4%. Nel 2014, però, il progetto europeo HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) ha mostrato, rispetto al 2010, un aumento del numero dei ragazzi che svolgono attività fisica regolare, cioè un’ora di attività per più di tre giorni a settimana, in tutte le fasce di età. L’incremento più consistente si è avuto tra 11enni maschi (dal 47,6% al 57,3%) e più contenuto per le coetanee (dal 35,3% al 42,3%). Si tratta di piccoli progressi che devono incoraggiare ulteriori sforzi. I dati di HBSC 2014 relativi anche all’attività fisica non hanno potuto fare a meno di rilevare come l’Italia sia ancora ultima per quantità di attività fisica dichiarata nelle tre classi d’età considerate da HBSC, cioè 11, 13 e 15 anni, osservando che c’è «ampio spazio per migliorare». Il fabbisogno di attività fisica nei ragazzi è superiore a quello degli adulti ed è pari a 1 ora di esercizio (continuativo o non continuativo) moderato/vigoroso al giorno. L’attività fisica moderata-vigorosa è, secondo le definizioni, quella che «fa aumentare il battito cardiaco» e può (ma non necessariamente deve) lasciare senza fiato. Ecco che l’ora di attività fisica quotidiana deve essere composta da attività energiche e attività leggere. Va aggiunta un’osservazione non secondaria: come prescrivono le linee-guida internazionali, soprattutto tra i più piccoli (11-13 anni), con “attività fisica moderata/vigorosa” non s’intende soltanto l’attività strutturata, ma anche quella definita di “gioco attivo”. Maturando i ragazzi, negli anni successivi, faranno dello sport, soprattutto quello di squadra (basket, pallavolo, calcio), anche un’attività ludica a tutto tondo. Fondamentale e intuitiva è la necessità che l’attività svolta (ludica o strutturata) sia sempre scelta da chi la deve praticare: è inutile proporre la danza a una ragazzina che adora la pallavolo, o il calcio a un ragazzino che preferisce la piscina.